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Ordini Professionali- Servono ancora?

In italia, come tutti sanno, i professionisti che svolgono la medesima attività, in molti casi, sono iscritti in un Ordine Professionale.

Anzi per alcune categorie l'iscrizione è condizione essenziale.

Ingegneri, Architetti, Medici, Avvocati, Psicologi, ne sono l'esempio più evidente, con cui quotidianamente i professionisti stessi, ed i cittadini/consumatori, che abbisognano dei loro servizi, si imbattono.

Gli Ordini Professionali sono Istituzioni riconosciute dallo Stato, con un proprio Statuto, disciplinano le modalità di adesione degli iscritti e regolamentano non solo il loro funzionamento, ma anche i criteri deontologici, cui gli iscritti, devono attenersi durante l'esercizio della propria professione, sia nei riguardi dei colleghi, che con la clientela.

Gli ordini professionali si autogovernano, pur sotto la vigilanza dei rispettivi Ministeri di competenza, e si finanziano con i proventi ed i versamenti dei loro iscritti.

Per fare un esempio, un Avvocato, (oggi in Italia sono iscritti 241.830), paga quale tassa di iscrizione annua circa 350 euro, mentre a fini previdenziali e pensionistici , versa un contributo alla propria Cassa Assistenza e Previdenza ( Cassa Forense) circa 4.000 euro l'anno, anche se per i giovani avvocati tali cifre per i primi anni si dimezzano.

Ciò vale anche per gli altri ordini professionali delle altre categorie.

Come si vede, una massa enorme di risorse di cui gli Ordini Professionali dispongono e che in buona parte spendono per il loro stesso funzionamento

( impiegati - sedi - spese gestione ordinaria, compensi organi, direttore, tesoriere, etc. etc.. ), con un costo di centinaia di milioni l'anno per ogni Ordine.

Si pensi a un Ordine per Provincia ( 115) moltiplicato per i vari Ordini Professionali,

( oggi 27 per un numero totale di 2 milioni e 300 mila iscritti) , e se ne ricaverà una cifra molto sostanziosa, direi ingente.

Di contro gli Ordini Professionali svolgono un ruolo di assistenza ai propri iscritti, forniscono pareri ai Ministeri di competenza ( se richiesti), disciplinano i rapporti fra soci, e con i clienti, svolgono attività di formazione ed aggiornamento continuo per i propri iscritti, organizzano le scuole di specializzazione etc.. .

Peraltro molti di questi gestiscono in proprio le singole Casse Assistenza e Previdenza, ad eccezione di alcune ( INPGI inglobata dal 2022 all'INPS), pesando dunque meno sulla collettività, ottenendo mediamente, per i propri iscritti, pensioni

( dopo circa 40 anni di contributi ), pari a circa 40.000 euro lordi ( 3.000.= euro al mese netti).

Questo il quadro sintetico dell'attuale situazione in Italia.

Ma il punto è :

oggi gli Ordini Professionali rispondano appieno ai bisogni dei loro iscritti, e soprattutto, sono compatibili con i moderni ordinamenti giuridici Statali? e in particolare con quello Europeo?

Per quanto riguarda il primo aspetto si registrano molte insoddisfazioni, espresse periodicamente dagli stessi iscritti, che ne lamentano sia la loro farraginosità che la loro connotazione burocratica, oltre a sentirli spesso come un freno alla loro stessa attività, piuttosto che un supporto ed aiuto.

Per quanto riguarda invece la compatibilità con l'Ordinamento della U.E., spesso le legislazioni dei singoli Paesi sono molto differenti.

Infatti, ad esempio, mentre per i giornalisti in Italia è obbligatorio essere iscritti all'Ordine, nella vicina Germania accanto all'Ordine dei Giornalisti ufficiale, esistono altri Albi ed Ordini, che ne garantiscono l'accesso libero alla professione. così come in altri Paesi Europei.

Lo stesso dicasi per la professione di Avvocato, dove si registra, ancora una volta, in riferimento all'Ordine, ed all'esame di abilitazione, una diversa disciplina.

Succede infatti che Romania, Spagna e Malta, rispetto all'Italia, per esercitare la professione, richiedono procedure diverse.

In Spagna ad esempio, a differenza dell'esame di abilitazione Italiano, basta sostenere un Test con 75 domanda a risposte multiple, in Romania è prevista una disciplina ancora diversa, così come in Spagna, ed a Malta, dopo la Laurea ed il Praticantato, ( periodo di tirocinio), si diventa, da subito, Procuratore Legale, e si può già esercitare la professione, anche se limitatamente agli organi giurisdizionali inferiori, (il nostro Giudice di Pace), così come avveniva un tempo in Italia.

Ecco perché, anche a causa dell'attuale situazione normativa, le Istituzioni Europee si sono pronunciate più volte, riscontrando in ciò limiti nell'impedimento alla libertà professionale ed al libero accesso alla professione.

La Corte di Giustizia Europea, ad esempio, nelle sentenze Gebhard e Torresi ha espresso riserve sulla mancata liberalizzazione delle professioni e sul ruolo stesso degli Ordini, sia in virtù del principio della Libertà di circolazione delle persone all'interno della U.E., sia in osservanza del principio di libera concorrenza fra gli Stati Europei.

Anche la Commissione Europea è intervenuta in tal senso con la Direttiva " Test di Professionalità" 2006/123, e la Comunicazione del 10-1-2017 relative alle Raccomandazioni in ordine alle "restrizioni" poste per il riconoscimento dei titoli di studio e qualifiche, e le relative "abilitazioni".

In base a tali considerazioni mi limito ad osservare che forse gli Ordini Professionali, così come pensati molti anni addietro, non corrispondano più alle esigenze e dinamiche di una Società moderna, e che il loro superamento comporterebbe un enorme risparmio sui costi degli stessi, mettendo sul mercato, fra l'altro l'alto patrimonio immobiliare di cui oggi dispongono.

Per assicurare professionalità e misure di previdenza idonee basterebbero pochi e semplici strumenti.

Nel caso dei Medici , Psicologi etc.., sarebbe sufficiente che si iscrivessero nei rispettivi Comuni di residenza e nelle AUlSS di competenza, che vigilerebbero sull'esercizio della loro funzione, mentre, ad esempio per gli Avvocati basterebbe predisporre di un elenco presso il Tribunale e le Corti d'Appello di appartenenza, con analogo potere di vigilanza, e per Ingegneri ed Architetti presso il Genio Civile e i Ministeri di competenza.

Mentre per i fini previdenziali si potrebbe, in analogia con quanto avvenuto coi giornalisti, inglobare le varie Casse Previdenza, all'INPS che gestisce il sistema unitario Nazionale.

Temi certamente non semplici ma che potranno, mi auguro, essere affrontati dal neo eletto Parlamento Europeo.

Armonizzare la legislazione dei singoli Paesi, e semplificarne le applicazioni pratiche, è un obiettivo che i nuovi eletti a Strasburgo spero si pongano sin da ora, riuscendo finalmente a sburocratizzare tali funzioni, liberando nel contempo nuove risorse economiche, liberalizzando il mercato, e rendendo più snello lo svolgimento delle libere professioni.

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