Il titolo non intende spaventare nessuno, semplicemente, questa è una locuzione latina, che significa : " ciò che accade di solito".
In tal senso, si intende fotografare, e, denunciare, appunto, "quel che di solito accade" nel comportamento di moltissime Pubbliche Amministrazioni e di numerosi Sindaci.
Accade cioè, che, da parte di molte Amministrazioni Pubbliche, nonostante le legittime aspettative di cittadini, associazioni e comitati, di poter attivamente partecipare alle scelte, che riguardano il futuro e il bene della propria Comunità, rimangono invece, quasi sempre, inascoltati.
Eppure il diritto alla partecipazione attiva alla vita Comunale è garantita dalla Costituzione, Art. 118 - Comma 4 - che ha introdotto, dal 2001, il Diritto di Cittadinanza Attiva, mediante il "principio di sussidiarietà", oltre che da alcune specifiche Leggi Nazionali, a cominciare dalle n.ri 192 del '90, ( Legge di riforma sulla autonomie Locali e L. 241 dello stesso anno, (e succ. mod.) sul Diritto d'accesso generalizzato al procedimento amministrativo), e dal D.L. 20 Febbraio 2017 n. 14 ( sicurezza Urbana partecipata).
D'altronde già nel 1798 la Rivoluzione Francese, con Maximilien de Robespierre, e Jean Paul Murat, aveva dato il via ai "diritti del cittadino attivo".
Come facciano dunque molte Amministrazioni Comunali, a "fregarsene" di queste normative e principi, e, a non rispondere mai, ( neppure a mezzo stampa), ai suggerimenti, proposte, appelli pubblici e aneliti civici, che pure sono molto presenti, e a restare impuniti, è davvero inspiegabile.
Così accade che a Milano, dove il traffico è impazzito, e l'aria è la più inquinata d'Italia, il Sindaco, per far fronte a tali gravi problemi, emette una Ordinanza anti- fumo, di natura del tutto palliativa, e, che sa di presa in giro, né riesce a risolvere il gravissimo problema abitativo, ormai fuori controllo e con i prezzi delle abitazioni alle stelle.
O come accade a Padova, dove per far fronte ad analoghi problemi climatici, si consente di costruire ad libitum, antropizzando ancor di più il fragile territorio "padano"(da ultimo vedi caso hub Alì).
Oppure a Roma, dove il Sindaco, infischiandosene delle segnalazioni numerose dei cittadini, non riesce a risolvere i gravi problemi legati ai rifiuti, alle voragini del manto stradale, né al recupero di alcuni quartieri, ormai inaccessibili, perché infestati dalla criminalità.
Così come accade, per andare al Sud, nella bellissima cittadina di Milazzo, che ben conosco, ove, anche qui, di recente è scoppiata la bolla immobiliare, consentendo la realizzazione di grossi condomini in aree di pregio, o un tempo destinati a servizi, con aggravio della situazione fognaria e della rete idrica, in gran parte dissestata ove regolarmente, dopo ogni pioggia, anche di modesta entità, alcuni quartieri vanno sott'acqua.
Tutto ciò rappresenta peraltro, un tipico esempio, di un Italico Mal Costume, che ormai svilisce e annienta, ogni pur lodevole sforzo partecipativo dei cittadini.
Gli esempi da fare sarebbero moltissimi, ma per "economia", basti riflettere sui quattro casi sopra riportati.
Splendide Città intendiamoci, ma governate da Sindaci, che in campagna elettorale, nel farsi eleggere, avevano promesso, che periodicamente, avrebbero reso edotta la cittadinanza, sulle scelte compiute dalle loro Amministrazioni, ponendosi in ascolto dei bisogni, proposte e suggerimenti dei propri cittadini, mentre, invece, nei fatti, hanno disatteso del tutto le aspettative riposte in loro dai cittadini.
E pensare che spesso si definiscono Sindaci civici!
Peccato che così non è, ed anzi, ricordano quella pubblicità, che in questi giorni campeggia sui media, che promette che "se saranno eletti dai rubinetti uscirà direttamente il caffè", e, se non contenti, uscirà direttamente il cappuccino", etc, etc,..
In realtà, di solito, " a comandare", in questi Comuni, senza alcun confronto con i cittadini, sono il Sindaco, e pochissime altre persone, queste neppure elette dai cittadini, facenti parte dello "staff del Sindaco", spesso "uomini di Partito", o, camuffati sotto mentite spoglie, come quelle dei cosiddetti "esperti".
Infatti, presto, si scoprirà, con grande delusione dei cittadini, persino di quelle esperienze di liste civiche, presenti alle elezioni, che ciò non corrisponde alla realtà, e, che questi, rassegnate, subiscano un vero e proprio tradimento, assistendo, inermi, alla evidente poca attenzione verso di loro, rimanendo dunque annichiliti e delusi e inascoltati.
Né sono sufficienti le critiche quotidiane, spesso aspre, anche da parte dei Consiglieri Comunali indipendenti o, eletti in liste civiche, che alle elezioni avevano appoggiato gli attuali Sindaci, ai quali resta solo il "diritto di tribuna" offerto dai quotidiani locali o dalle TV.
Neppure le Opposizioni nei Consigli Comunali, sui più delicati temi locali :
sicurezza, traffico, inquinamento, sviluppo economico, politiche urbanistiche, politiche sociali, degrado urbano, riescono a contare qualcosa.
Quel che emerge insomma è l' amarezza e una totale sordità, verso le loro istanze, da parte di questi Sindaci e dei "loro staff".
Dov'è lo scandalo? si dirà!
Lo scandalo è che ciò rappresenta una sorta di frode Politica, che induce nei cittadini l' assuefazione e la rassegnazione, e, che contro queste situazioni inaccettabili, e questi gravi comportamenti, da parte di molte Pubbliche Amministrazioni, da Nord a Sud, non vi sia alcuna sanzione, neppure di natura morale, oltre che civile.
Che fare allora?
Innanzitutto, a mio parere, a distanza ormai di 34 anni, va cambiata la Legge sulle Autonomie Locali.
In particolare vanno rivisti i poteri attribuiti dalla Legge agli Organi di Rappresentanza, di fatto concentrati esclusivamente sui Sindaci, ormai veri e propri Podestà di antica memoria, e sulle Giunte, relegando il ruolo dei Consigli Comunali, e dei Consiglieri, a semplici comparse, svuotati di ogni potere decisionali.
Per questo, nel frattempo, l'opinione pubblica non deve però rimanere silente, usando, ove occorre, ogni mezzo lecito e pacifico di protesta verso questi metodi.
Bisognerebbe insomma incentivare, le iniziative popolari e le forme democratiche di partecipazione dei cittadini alla vita della propria Comunità.
Bisognerà, anche, che i cittadini riprendano attivamente il proprio ruolo, applicando, verso tali malsane situazioni, una "sanzione civica".
Non mediante l'aumento dell' inutile astensionismo, ma nella prosecuzione delle battaglie democratiche verso la partecipazione attiva alla vita pubblica.
In tal senso, utile soluzione appare quella di costruire, dal basso, dei veri e propri "Rassemblement Popolari".
Solo la presenza nelle Istituzioni, di cittadini, che svolgono quotidianamente il loro impegno civico, con disinteresse, passione e amore per la propria Città, si potrà incidere, con certezza, nelle scelte che compiranno le Amministrazioni.
Idee, proposte, confronto, ascolto, e candidati idonei ( anche a Sindaco), disposti a governare, in modo alternativo, rispetto alle modalità attuali.
E' forse questa, dunque, la risposta che le Città e i liberi cittadini, possono, e, devono dare, per dare dignità e spazi politici, agli aneliti di partecipazione, alla vita pubblica, finora rimasti inascoltati.
Nessuno si sottragga dunque, pena l'anomia, l'insicurezza, il caos, la mancata pianificazione urbanistica, l'alto inquinamento da polveri sottili, la mancanza di una visione strategica per la Città, la rassegnazione e l'assenza di ruolo nello scacchiere decisionale degli Enti Regionali di Governo.
Una visone alternativa al semplice e sterile astensionismo, convinti che "cambiare si può", contro l'erosione progressiva del consenso popolare verso certi Sindaci, e l'aria, che da tempo, ormai, si respira in molte Città Italiane.
#SebastianoArcoraci#noaisindacipodestà#
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